POLITICA. «Prossima Italia», associazione che fa riferimento al consigliere
regionale Pippo Civati, ha lanciato anche a Brescia la campagna di raccolta
firme
Pd, tra Bersani e Renzi spuntano i «referendari»
Giovanni Armanini
Obiettivo: l´adesione di 30.500 iscritti al partito, a Brescia si punta a
400 per lanciare i sei quesiti
martedì 25 settembre
2012 CRONACA, pagina 13
Sei referendum per dare punti programmatici chiari al Pd in vista delle
primarie. «Prossima Italia»,
l´associazione che fa riferimento al consigliere
regionale Pippo Civati, che a Brescia ha Louise Bonzoni e Massimo Balliana come
referenti, prova a mettere sul tavolo alcuni contenuti per uscire dal
personalismo e riportare il Partito democratico ad una discussione di merito.
I CIVATIANI, che amavano il primo Renzi della Leopolda «perchè faceva politica con i contenuti», ma molto meno quello «con troppo personalismo» visto a Brescia nei giorni scorsi sotto la regia di Giorgio Gori, ma che al contempo non sono mai stati bersaniani provano a suggerire una «terza via».
Che naturalmente non può che passare da alcuni temi di merito: riforma fiscale, reddito di cittadinanza, incandidabilità dei condannati, consumo di suolo, matrimonio gay, alleanze. Temi variegati scelti all´interno di una trentina di opzioni sulle quali ora «Prossima Italia» raccoglierà le firme per arrivare ai 30.500 nominativi sui 610 mila iscritti a livello nazionale che servono (da statuto) per passare alla fase realizzativa. A Brescia gli iscritti sarebbero circa 8 mila. Raggiungerne 400 (ovvero il 5% circa, così come richiesto in tutto il Paese) potrebbe essere un obiettivo sufficiente e realistico. Tecnicamente saranno ammesse infatti solo le firme degli iscritti, mentre ai quesiti tutti gli elettori del Pd potranno andare a votare.
«SI TRATTA di temi vincolanti per la linea politica del partito» afferma Bonzoni. Evidente, sullo sfondo dei quesiti, la necessità di inserirsi nel dibattito tra Renzi e Bersani, pur senza entrare nel tema chiave della distanza tra i due (e tra due idee per il futuro del Paese): il mercato del lavoro. Allo stesso tempo un contributo per definire qualche puntello verso le primarie, che nell´interpretazione americana sarebbero il momento programmatico, mentre in quella italiana sembrano più difficili da affrontare se non si pongono vincoli programmatici preliminari. «Qui - spiega infatti Balliana - hanno un senso di verso, nella nostra interpretazione devono essere affrontate con alcuni punti comuni su cui ci si impegna, dopo di che sulla declinazione di alcune cose si può lasciare qualche discrezionalità al vincitore. Comunque non devono essere simili a fasi pre-congressuali».
Lo strumento, del resto, è caro ai civatiani che lo hanno difeso anche facendo approvare alla direzione provinciale bresciana un documento che le richiede per la designazione dei parlamentari. Un altro tema sul quale non c´è troppa chiarezza, ma che in vista delle politiche aprirà un ulteriore dibattito interno al Pd.
I CIVATIANI, che amavano il primo Renzi della Leopolda «perchè faceva politica con i contenuti», ma molto meno quello «con troppo personalismo» visto a Brescia nei giorni scorsi sotto la regia di Giorgio Gori, ma che al contempo non sono mai stati bersaniani provano a suggerire una «terza via».
Che naturalmente non può che passare da alcuni temi di merito: riforma fiscale, reddito di cittadinanza, incandidabilità dei condannati, consumo di suolo, matrimonio gay, alleanze. Temi variegati scelti all´interno di una trentina di opzioni sulle quali ora «Prossima Italia» raccoglierà le firme per arrivare ai 30.500 nominativi sui 610 mila iscritti a livello nazionale che servono (da statuto) per passare alla fase realizzativa. A Brescia gli iscritti sarebbero circa 8 mila. Raggiungerne 400 (ovvero il 5% circa, così come richiesto in tutto il Paese) potrebbe essere un obiettivo sufficiente e realistico. Tecnicamente saranno ammesse infatti solo le firme degli iscritti, mentre ai quesiti tutti gli elettori del Pd potranno andare a votare.
«SI TRATTA di temi vincolanti per la linea politica del partito» afferma Bonzoni. Evidente, sullo sfondo dei quesiti, la necessità di inserirsi nel dibattito tra Renzi e Bersani, pur senza entrare nel tema chiave della distanza tra i due (e tra due idee per il futuro del Paese): il mercato del lavoro. Allo stesso tempo un contributo per definire qualche puntello verso le primarie, che nell´interpretazione americana sarebbero il momento programmatico, mentre in quella italiana sembrano più difficili da affrontare se non si pongono vincoli programmatici preliminari. «Qui - spiega infatti Balliana - hanno un senso di verso, nella nostra interpretazione devono essere affrontate con alcuni punti comuni su cui ci si impegna, dopo di che sulla declinazione di alcune cose si può lasciare qualche discrezionalità al vincitore. Comunque non devono essere simili a fasi pre-congressuali».
Lo strumento, del resto, è caro ai civatiani che lo hanno difeso anche facendo approvare alla direzione provinciale bresciana un documento che le richiede per la designazione dei parlamentari. Un altro tema sul quale non c´è troppa chiarezza, ma che in vista delle politiche aprirà un ulteriore dibattito interno al Pd.
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