mercoledì 29 giugno 2011

Un modo strano di interpretare il rigore amministrativo

Tratto da "Tempo moderno"
per la serie "E' verde ma non al verde" e si parla dell'introduzione dell'addizionale IRPEF del comune di Brescia con sindaco pidiellino, ma con la vera guida leghista. Ricordate: quella di "Roma ladrona", "Via gli sprechi", "Via i nepotismi", "Via i privilegi della casta romana"...molto meglio che a fregare i cittadini siano i "nostrani" a quanto pare!

Il Comune di Brescia ad apparente guida del sindaco delle libertà, ma a evidente trazione leghista, ha deliberato di imporre ai bresciani una nuova tassa, costituita da un’addizionale IRPEF, dello 0,20% per il primo anno e dello 0,40% negli anni successivi.

La polemica sull’addebitabilità del prelievo ai costi di gestione della metropolitana appare, francamente, una foglia di fico: la stessa giunta ha dichiarato che il gettito previsto è di 6 milioni di euro all’anno: cifra che, leggendo i dati di bilancio del Comune, pare più correlabile al tumultuoso trend di crescita impresso dall’attuale amministrazione alla spesa corrente, che a necessità di finanziare la gestione della metropolitana.

Infatti, mentre da un lato non è difficile capire che un’infrastruttura di trasporto che si ammortizza in decenni, e i cui risultati sono proiettati nel futuro, abbia bisogno di sostegno per anni (del resto, senza contributo nemmeno le corriere si muoverebbero), è molto più difficile, per un cittadino a cui si impone una tassa nuova, capire perché il suo Comune, mentre gli chiede più soldi, non fa nessuno sforzo per spenderne di meno.


Esaminando i dati esposti dallo stesso Comune di Brescia nei grafici di andamento della spesa resi disponibili al pubblico, si scopre che la spesa per “prestazioni di servizi”, nel 2009 è pari a € 110.776.000 (centodieci milioni di euro), ma nel 2011 diventa di € 139.328.000,00 (centotrentanove milioni di euro).

In soli due anni, per servizi esterni, il Comune di Brescia spende la bellezza di ventinove milioni di euro in più.

Difficile non pensare che, forse, i sei milioni di euro che ci chiedono con l’addizionale IRPEF li potevano trovare tagliando qualche spesa non proprio indispensabile, no?

Se il lettore volesse un esempio di come si spendono i soldi dei cittadini (ma molti altri ci ripromettiamo di offrirne), andiamo in aiuto alla sua memoria ricordandogli qualcosa di cui abbiamo già parlato, aggiornando la situazione a oggi.

Scegliamo questo esempio, tra i tanti, convinti come siamo che il più grande tradimento dell’elettorato che ha scelto l’attuale maggioranza al Comune di Brescia sia stato perpetrato da quella forza politica che, per anni, ormai per decenni, ha riempito le orecchie e i muri della città con i suoi slogan contro gli sprechi, al grido di “Roma ladrona”, convincendo molti cittadini in buona fede di essere paladina di un modo di amministrare austero e rigoroso.

E così, ci pare giusto fare il punto sulla vicenda del “Piano Generale della Sicurezza Urbana” della città di Brescia, quel piano per il quale il vicesindaco leghista, con delega alla sicurezza, invitò il dirigente del corrispondente settore a conferire ben 4 successivi incarichi a un “esperto”, individuato nel dr. Marzio Maccarini.

Senza ripetere quanto abbiamo già scritto, questo fantomatico piano, che, a tenore delle determinazioni dirigenziali, doveva essere già adottato a gennaio 2010, è costato alle casse comunali, solo per la consulenza al dr. Maccarini (chi sia questo personaggio e per quali meriti sia stato scelto lo leggete nella nostra terza puntata) la bellezza di 65.000 euro (lettore più curioso troverà tutte le determinazioni dirigenziali che assegnano i compensi linkate nella terza puntata)...

A questa cifra vanno aggiunti, sempre per consulenze, altri 18.000 euro assegnati alla dott.ssa Margherita Febbrari (la ricordate? È una delle concorrenti del mitico concorso in Provincia, e il suo principale merito pare fosse quello di avere lavorato al quotidiano La Padania e di esser stata collaboratrice dell’onorevole leghista Caparini e dell’assessore leghista Faustinelli).

Insomma, solo di consulenze, il Piano Generale della Sicurezza Urbana è costato all’amministrazione comunale ben 83.000 euro (ma, magari, se ci mettiamo d’impegno troviamo qualche altro costo…).

Qualcuno ne ha sentito parlare? Della sua adozione, il cui termine è stato più volte prorogato, non si è più avuta notizia: sul sito ufficiale del Comune non ve n’è traccia, e, anche nelle più recenti determinazioni dirigenziali di spesa del settore non se ne fa menzione.

Qualcuno, in Comune, avrà chiesto conto al dr. Maccarini e alla dott.ssa Febbrari, del lavoro per il quale sono stati pagati? A suo tempo, alle osservazioni di Tempo Moderno, riprese dalla stampa nazionale, il vicesindaco reagì sostenendo che erano i soldi meglio spesi del mondo.

Questo è solo un esempio, molti altri ve ne sarebbero, ma già questo basta per capire perché sindaco e assessori del Comune di Brescia preferiscano mungere 6 milioni di euro ai cittadini piuttosto che tagliare anche solo metà di quei 29 milioni di euro che hanno speso in più, per servizi esterni, dal 2009 al 2011.

Su questi dati, non resta che augurare al lettore delle buone e costruttive riflessioni.

Brescia, 29 giugno 2011

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