…e la legge sulla procreazione medicalmente assistita, Quali sono i fatti? Angelo L. Vescovi
Con-direttore dell'"Istituto di ricerca sulle cellule staminali" DIBIT HSR Milano. Professore Associato di Biologia Cellulare c/o Università degli Studi di Milano-Bicocca.Una delle ragioni alla base dello scontro sulla legge che regolamenta la produzione
di embrioni umani, riguarda la possibilità di utilizzarli al fine di isolare da queste cellule
staminali embrionali pluripotenti. Essendo queste cellule in grado di produrre qualunque
tipo di cellula matura dei tessuti del nostro organismo, esiste la possibilità che le cellule
staminali embrionali possano essere utilizzate per lo sviluppo i numerose terapie
rigenerative ad oggi incurabili, quali il diabete, il morbo di alzheimer eccetera. Questa tesi
è sicuramente logica e sostenibile fintanto che si accetti il fatto che si stà parlando di
prospettive future e non di terapie già esistenti o in rapido divenire e che si stà parlando di
una delle numerose vie percorribili. Purtroppo, il messaggio che incautamente viene
trasmesso al grande pubblico ed al legislatore è di ben altra natura e diametralmente
opposto a quello che la realtà dei fatti ci propone. Ci viene infatti spesso spiegato il
contrario del vero, e cioè che le cellule staminali embrionali rappresentano se non l?unica
(concetto che comunque in molti propongono) sicuramente la via migliore per lo sviluppo
di terapie cellulari salvavita. Si allude spesso, nemmeno troppo velatamente, al fatto che le
terapie a base di cellule staminali embrionali sarebbero addirittura già disponibili. Non
posso mancare di notare come un tale approccio sia non solo totalmente infondato ? ma
ponga il cittadino, presto chiamato a decidere sulla validità della legge sulla fecondazione
assistita ? di fronte ad un dubbio dilaniante: lasciare morire milioni di persone o permettere
l?uso degli embrioni umani per generare cellule salvavita? Ovviamente, in un contesto di
queste fattezze la natura dell?embrione umano viene stravolta, negata e banalizzata fino a
renderlo un semplice ?grumo di cellule?, qualcosa di sacrificabile ignorando gli enormi
problemi etici che tale sacrificio solleva. In realtà tale sacrificio non è per nulla necessario
e vediamo subito di capire il perché di questa affermazione.
Innanzitutto và chiarito che, a dispetto di un oggettivo, significativo potenziale
terapeutico, non esistono terapie, nemmeno sperimentali o trias clinici che implichino
l?impiego di cellule staminali embrionali. Non è attualmente possibile prevedere se e
quando questo diverrà possibile data la scarsa conoscenza dei meccanismi che regolano
l?attività di queste cellule, che ci impediscono di produrre le cellule mature necessarie per i
trapianti, e data la intrinseca tendenza delle staminali embrionali a produrre tumori.
Secondo, ma non meno importante, esistono numerose terapie salvavita che
rappresentano realtà cliniche importanti, quali le cure per la leucemia, le grandi lesioni
ossee, le grandi ustioni , il trapianto di cornea. Tutte queste si basano sull?utilizzo di cellule
staminali adulte. Inoltre, sono in fase di avvio nuove sperimentazioni sul paziente che
implicano l?utilizzo di cellule staminali cerebrali umane.
Terzo, le terapie cellulari per le malattie degenerative NON si basano solo sul
trapianto di cellule prodotte in laboratorio. Esistono tecniche altrettanto promettenti basate
sulla attivazione delle cellule staminali nella loro sede di residenza. Saranno quindi le
cellule del paziente stesso che si occuperanno di curare la malattia una volta stimolate con
opportuni farmaci. Ovviamente, trattandosi delle cellule staminali del paziente stesso i
problemi di rigetto che, ricordiamolo, possono esistere col trapianto di staminali sia
embrionali che adulte, in questo caso n on sussitono.
Quarto: la produzione di cellule staminali embrionali può avvenire senza passare
attraverso la produzione di embrioni. Sono infatti in corso studi grazie ai quali è possibile
deprogrammare le cellule adulte fino a renderle uguali alle staminali embrionali senza mai
produrre embrioni. Si tratta di una procedura che ha la stessa probabilità di funzionare
della clonazione umana, ma scevra da problemi etici e che produce cellule scevre da
problemi di rigetto.
Da quanto descritto sopra emerge molto chiaramente la seguente conclusione: il
dibattito riguardante la legge sulla fecondazione assistita deve avvenire in assenza delle
pressioni emotive e psicologiche che, artatamente, vengono fatte scaturire dalla supposta
inderogabile necessità di utilizzare gli embrioni umani per produrre cellule staminali
embrionali che rappresenterebbero l?unica o la migliore via per la guarigione di molte
malattie terribili ed incurabili. Questa affermazione è incauta non solo perché fondata su
concetti facilmente questionabili ma anche in relazione all?esistenza di linee di ricerca, di
sviluppo e di cure almeno altrettanto valide, molto più vicine alla messa in opera nella
clinica corrente e prive di controindicazioni etiche. Il dibattito sulla legge deve quindi
incentrarsi sugli aspetti relativi alla dignità dell?embrione ed al suo riconoscimento come
vita umana a tutti gli effetti. In questo contesto, mi permetto di concludere che, nella mia
scala di valori di laico ed agnostico, il diritto alla vita dell?embrione precede
inequivocabilmente il diritto alla procreazione.
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