sabato 19 marzo 2005

Vera democrazia

Forse ci sarebbe bisogno di qualcosa di simile anche da noi…la legge sulla privacy però tutela oltre il diritto di riserbo per tutti i cittadini, nasconde anche tutti gli “inciucci”.
Io sono d’accordo col rendere pubblica la vita dei politici, in quanto si sono assunti il compito di amministrare il pubblico per conto di tutti, la introdurrei soprattutto perché purtroppo siamo in un Paese dove ormai c’é il controllo quasi totale dell’informazione.
Louise


Di Susanna Creperio Verratti
In una democrazia vera è possibile porre un limite allo strapotere dei potenti, scoprire bugie dei politici e angherie dei burocrati. Riducendo le pretese dispotiche dello Stato leviatano, le democrazie più avanzate sono ancora in grado di dimostrare di essere il miglior sistema politico e di governo, capace di autocorreggersi. L’ultima lezione di democrazia davvero rappresentativa arriva dalla Gran Bretagna dove politici e burocrati, da ora in poi, non possono più tenere nascosto niente ai cittadini e alle cittadine. Dal primo di gennaio è infatti entrato in vigore il “Freedom of Information Act”, legge che obbliga ogni persona pubblica a rendere trasparente qualsiasi atto o incontro.

La legge sulla trasparenza politica, già in vigore da dieci anni in Nuova Zelanda, proposta dal Lord Chancellor del Regno, Lord Falconer, in sostanza ministro per la Costituzione del governo Blair, era già stata votata dal Parlamento britannico nel 2000, ma entra in vigore solo ora. Riguarda centomila autorità pubbliche e migliaia di organizzazioni non governative che da ora in avanti sono tenute a rispondere alle domande del pubblico in non più di venti giorni.

Diventare persona pubblica significa quindi dover rendere conto pubblicamente di ogni comportamento e di ogni azione, ed è diritto di ciascun cittadino venire a conoscenza di tutto ciò che fanno i politici anche in privato, con chi cenano o quante auto blu hanno a disposizione. Oneri ed onori delle cariche pubbliche. Con alcune eccezioni solo quando si tratta di sicurezza nazionale o di informazioni riservate anche se possono essere messe in discussione dal cittadino ricorrendo al Commissario per l’Informazione. Insomma da ora in poi i politici inglesi e la pubblica amministrazione avranno alle calcagna il controllo e la pressione dei cittadini.

Ancora una volta nel mondo anglosassone una rivoluzione incruenta ma assai più efficace di qualsiasi scontro violento, fa avanzare la democrazia come trasparenza delle sue istituzioni e dei suoi rappresentanti, superando quei pericoli, già da tempo individuati da Tocqueville – tirannia della maggioranza e dispotismo populista e demagogico dei suoi governanti – che ogni antidemocratico, sedicente vero liberale, argomenta a dimostrazione che il sistema democratico è in agonia.

Meraviglie del mondo anglosassone e del suo sistema politico ben bilanciato e veramente liberale, in grado di correggere se stesso con le sue proprie leggi, senza dover ricorrere né a leader d’eccezione né a leggi straordinarie. Già Montesquieu nelle pagine più famose del suo Spirito delle leggi elogiava la libertà politica nella Costituzione inglese come libertà nello Stato, modello per tutti gli europei. In una società dove ci sono delle leggi la libertà non è licenza ma “il diritto di fare tutto quello che le leggi permettono”, scriveva al proposito della Costituzione inglese non scritta, formata da una totalità di leggi e sentenze (common law). Costituzione assai antica che affonda le radici nella Magna Charta libertatum del 1215 quando Giovanni Senza Terra fu il primo governante costretto a pagare ai baroni la perdita di tutti i feudi in territorio di Francia con una lunga lista delle loro libertà.

Da allora in Gran Bretagna e nel mondo anglosassone una serie di provvedimenti e leggi ha sempre sostenuto il principio del “governo limitato” dal diritto, consacrando la forma più ampia nel mondo di libertà e diritti individuali. L’”Habeas Corpus” del 1679 che garantiva il cittadino dagli arresti arbitrari, il “Bill of Rights” del 1689 che distribuiva il potere tra il re e il parlamento, l’”Act of Settlement” del 1701 che riconosceva l’indipendenza del giudice sino al recentissimo “Freedom of Information Act” sono le tappe più significative della storia di un sistema politico in grado di autoregolarsi garantendo libertà e prosperità al suo popolo. Per tutti questi motivi continuiamo a considerarlo il migliore.

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