venerdì 25 marzo 2005

INCONTRI

Vota una donna perchè….
Uno slogan certo…ma se fosse seriamente ascoltato!

L’UNIVERSITA’ INCONTRA LE CANDIDATE
proposte per ricerca, occupazione, sviluppo culturale, integrazione sociale

Mercoledì 30 marzo – dalle 10 alle 13,30
Facoltà di Scienze della Formazione
Aula1, via del Castro Pretorio 20

Sono state invitate candidate alle elezioni regionali dei diversi
schieramenti:
Benedetta Buccellato, Mirella Cambriani, Silvia Costa,
Sabina Granieri, Giorgia Meloni, Giulia Rodano, Maria Grazia Rossilli,
Giuseppina Torregrossa, Olimpia Tarzia, Elda Turco

e rappresentanti delle istituzioni,
delle imprese, della cultura, dello spettacolo e della scuola:
Stefania De Luca (Regione Lazio), Daniela Monteforte (Provincia di Roma),
Vincenzo Vita (Provincia di Roma), Gianni Borgna (Comune di Roma), Lucia
Borgia (Commissione Parità, Ministero delle Pari Opportunità), Paola Panerai
(Presidente della Consulta Femminile Regione Lazio).

Incontro realizzato in collaborazione con il Comitato di attuazione dell’art.51

Info: 06 57067291 diego.piccoli@libero.it
06 54577339 e-mail: salomone@uniroma3.it; laura.moschini@fastwebnet.it
Come arrivare: Metro A e B fermata Termini

*********************************************

Dopo la V Conferenza mondiale delle Donne di New York. Scenari
internazionali e politica italiana.

Martedì 12 aprile alle ore 17.00

a cura di Isabella Peretti, Presidente dell’Associazione Generi e
Generazioni
La Commissione delle elette della Provincia di Roma, insieme alle 100
associazioni che hanno sottoscritto lo Shadow Report, e al Master PIMC dell’Università
Roma Tre, organizzano martedì 12 aprile alle ore 17 alla Casa internazionale
delle donne un incontro per discutere i temi della Conferenza di New York e
i documenti prodotti.
Relatrici:Valeria Ajovalasit, Arcidonna; Nana Corossaz, CGIL Dipartimento
internazionale; Bianca Pomeranzi, Associazione Generi e Generazioni; Marisa
Rodano, Caucus delle donne, Comitato romano e intervengono tra le
altre:Silvia Costa, deputata; Anna Maria Crispino, Agenzia giornalistica
Italia; Cecilia D’Elia, Presidente della Commissione delle elette della
Provincia di Roma; Monica Luongo, DeA; Isabella Peretti, associazione Generi
e Generazioni; Bia Sarasini, DeA; Maria Vittoria Tessitore, Università Roma
Tre.
Sarà un’ ulteriore occasione per commisurare la situazione italiana allo
scenario internazionale e per iniziare ad elaborare una piattaforma
programmatica delle associazioni femminili e femministe.
Ci sono in Italia tanti nodi da sciogliere: cosa vogliamo nel prossimo
futuro? Una Ministra per le pari opportunità? Una Commissione nazionale? Un
Forum delle associazioni? Una “Casa delle donne” di carattere nazionale? Ha
ancora senso sostenere il “vota donna”, dato il divaricarsi delle posizioni
politiche delle elette?
Ci sono problemi urgenti da affrontare, in primis la precarietà dell’occupazione.
Ci sono danni gravi da riparare.
Con il prossimo referendum, stanno scoppiando tutte le contraddizioni ed è
in atto un esproprio dell’autonomia e delle responsabilità delle donne.
Ma queste ed altre questioni non possono essere affrontate prescindendo dal
contesto internazionale.
Per questo è importante conoscere cosa è successo a New York.
Ecco un brevissimo resoconto tratto dalla documentazione pubblicata nel sito
di Arcidonna.
La V Conferenza Mondiale dell’ONU sulle Donne, a dieci anni di distanza da
quella di Pechino, si è svolta a New York dal 28 febbraio all’ 11 marzo e ha
visto presenti 80 ministri per le pari opportunità, due premi Nobel per la
Pace (Wangari Maathai e Rigoberta Minchù) e circa 5.000 organizzazioni non
governative. I governi dei Paesi membri dell’ONU hanno reso conto di ciò che
hanno fatto negli ultimi dieci anni per la difesa dei diritti umani
fondamentali delle donne. Molti progressi sono stati compiuti: i Governi
hanno approvato leggi contro la discriminazione sessuale e la violenza sulle
donne è definitivamente considerata un crimine verso l’umanità. Eppure se la
condizione femminile a livello globale è migliorata, ciò che emerge in
maniera preoccupante è la crescita di una pericolosa sinergia di
fondamentalismi religiosi che ancora una volta scelgono il corpo delle donne
quale territorio per le loro battaglie. Si pensi all’emendamento americano,
bocciato dall’ONU, che mirava a delegittimare l’aborto.
In particolare, per l’Italia, le organizzazioni femminili presenti alla
Conferenza dell’ONU, hanno denunciato le gravi inadempienze e le storture
delle politiche del governo italiano; similmente il Comitato per l’Eliminazione
della Discriminazione contro le Donne. Il Comitato – organismo dell’ONU che
deve vigilare sull’attuazione della Convenzione del ‘79 sulle pari
opportunità – ha espresso “forti preoccupazioni” per la condizione delle
donne italiane. Donne ancora concepite come madri e come oggetti sessuali
soprattutto attraverso i messaggi veicolati dalla pubblicità e dalla
televisione; inserite marginalmente nella vita politica e spesso vittime di
discriminazioni sul lavoro. Gli impieghi per le donne sono spesso precari e
part-time e quasi sempre a basso reddito. Le inferiori condizioni economiche
unite alla mancanza di strutture pubbliche dedicate all’infanzia,
costringono una donna su cinque ad abbandonare il lavoro dopo il primo
figlio. Se, come sostiene l’ONU, la vita politica è lo specchio della
condizione femminile, l’Italia deve fare ancora una lunga strada.
Una strada che vede e vedrà impegnate in prima linea le ONG, il cui ruolo
alla Conferenza di New York è stato determinante soprattutto per quel che
riguarda la “bocciatura” dell’emendamento americano sull’aborto. Il mondo
dell’associazionismo e l’Europa si sono schierati compatti contro la
proposta degli USA.

DICHIARAZIONE DELLA 49a SESSIONE DELLA COMMISSIONE SULLO STATO DELLE DONNE
Noi, rappresentanti dei Governi riuniti in occasione della 49a sessione
della Commissione sulla condizione delle Donne a New York, in occasione del
10° anniversario della IV Conferenza mondiale sulle donne tenutasi a Pechino
nel 1995, nel contesto della revisione dell’esito della Conferenza e della
23a sessione speciale dell’Assemblea Generale intitolata “Donne 2000: Parità
di Genere, Sviluppo e Pace per il 21° secolo; e il suo contributo alla
plenaria di alto livello della revisione della dichiarazione del Millennio,
14-16 settembre 2005;

1) Riaffermiamo la dichiarazione di Pechino e la piattaforma di azione
adottata alla IV conferenza mondiale sulle donne e l’esito della 23a
sessione speciale della A.G.;
2) Enfatizziamo che la piena ed effettiva implementazione della
dichiarazione di Pechino e della piattaforma di azione è essenziale per
raggiungere gli obbiettivi di sviluppo concordati a livello internazionale,
compresi quelli contenuti nella Dichiarazione del Millennio e sottolineiamo
l’esigenza di assicurare una prospettiva di genere nei preparativi per e
negli esiti della assemblea plenaria ad alto livello sulla revisione della
dichiarazione del Millennio;
3) Riconosciamo che la implementazione della dichiarazione di Pechino e la
piattaforma di azione e la convenzione sulla eliminazione di tutte le forme
di discriminazione contro le donne si rafforzano reciprocamente
nell’ottenere la parità di genere e l’empowerment delle donne;
4) Ci compiacciamo dei progressi fatti finora per ottenere la parità di
genere, sottolineiamo che restano delle sfide nella implementazione della
dichiarazione di Pechino e nella piattaforma di azione e nell’esito della
23a sessione speciale della A.G. e a tal riguardo, ci impegniamo a
intraprendere azioni future per assicurare la loro piena e veloce
implementazione;
5) Invitiamo il sistema ONU, le organizzazioni internazionali e regionali,
tutti i settori della società civile, comprese le ONG, così come uomini e
donne, a impegnarsi pienamente e ad intensificare i loro contributi per
l’implementazione della dichiarazione di Pechino e della piattaforma di
azione e l’esito della sessione speciale della A.G. 18 febbraio 2005.

Louise

Nessun commento:

Posta un commento