mercoledì 16 novembre 2011

Prima gli elettori e una proposta di regolamento

Con l’avvio della raccolta firme per la petizione "Prima gli elettori", con cui Prossima Italia chiede al Pd di scegliere i suoi futuri candidati al Parlamento attraverso primarie libere e aperte a tutti i suoi elettori nei territori, non potevamo non abbinare la proposta di regolamento (scaricabile in formato pdf a questo link) che presenteremo e sosterremo in tutte le sedi, locali e nazionali.

Il documento – spiega un regolamento vero e proprio che è stato presentato per la prima volta al "Campeggio del cambiamento di Albinea", lo scorso luglio – circola già da qualche tempo in ambiente Pd, in particolare nelle molte sedi, soprattutto locali, in cui quello delle primarie di collegio è un tema ormai dato per acquisito (anche se, curiosamente, non altrettanto al livello nazionale e nell’attenzione dei grandi media).

L’argomento è tecnico e complesso poiché si tratta di soddisfare numerose e complesse esigenze di rappresentatività inserendosi in questo – pessimo – sistema elettorale.
In alcune realtà ha portato a soluzioni differenti: ad esempio in Sardegna, a Bergamo e a Roma si è giunti a un documento effettivamente normativo.

La proposta qui illustrata è frutto del lavoro di due militanti del Pd di Quarto, Stefano Gaggero e Ugo Truffelli, che insieme ad altri iscritti, dalla città che vide partire la spedizione dei Mille, gestiscono Work In Progress (wiprogress.org), “un centro di elaborazione politica, un piccolo laboratorio in cui impegno, partecipazione, libertà, solidarietà, giustizia, ambiente, progresso entrano sotto forma di idee ed escono sotto forma di proposte”. Sul loro sito, oltre a tutta la documentazione del caso, anche due risposte alle obiezioni che, su un argomento tanto complesso, normalmente sono emerse ed emergeranno.

E' dunque una proposta convincente ed estremamente rispettosa dei molti criteri necessari, non pretende di essere la panacea: piuttosto è la base di partenza per una discussione che è tutta da costruire. In tempi rapidi e certi, però, con tutti quelli che sono disposti a farla, e che credono sia necessario garantire ai nostri elettori la possibilità di essere sempre più coinvolti nelle scelte del Partito Democratico.

Relazione esplicativa del Regolamento delle elezioni primarie
del Partito Democratico per la Camera e il Senato.

Un buon sistema elettorale è una delle pietre angolari di una solida democrazia. Il sistema elettorale è l’istituto che garantisce, di elezione in elezione, la concreta realizzazione del principio di rappresentanza; gli strumenti dispiegati dal sistema elettorale tendono a influenzare—sovente anche in maniera decisiva— il sistema politico di un paese, la natura del dibattito pubblico e la forma e azione dei soggetti politici.

Le leggi elettorali per la Camera e il Senato sono forse uno dei lasciti peggiori dei Governi di Berlusconi, poiché minano alla base il funzionamento dell’ordinamento repubblicano. Tra i tanti vizi di questo sistema elettorale, l’impedire—anzi, svilire—la formazione e il mantenimento d’ogni legame tra eletti ed elettori, è senz’altro uno dei peggiori, quello che maggiormente nega il principio e il valore della rappresentanza politica democratica.

Tutti vogliamo l’adozione di un sistema elettorale migliore, che tuteli il valore della rappresentanza politica, sostenga la qualità del sistema politico italiano e rinforzi le istituzioni della Repubblica, tuttavia modificare le leggi elettorali in questa in questo Parlamento potrebbe non essere possibile. Non per questo il Partito Democratico può esimersi dal fornire una risposta, seppure parziale, al problema posto da leggi così perverse. L’unica risposta possibile, progressista e democratica, in questo contesto, sono le primarie per la scelta dei candidati nelle liste circoscrizionali.

Il Regolamento delle elezioni primarie per la scelta dei candidati del Partito Democratico alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica appronta uno strumento per la selezione dei nostri candidati al Parlamento capace di garantire il principio della rappresentanza, nonostante il sistema elettorale vigente. A questo, il Regolamento arriva offrendo una risposta, al contempo la più giusta e la più semplice, a tutti gli aspetti critici che un siffatto strumento potrebbe comportare, considerate le leggi elettorali cui deve adattarsi.

Il Regolamento è ispirato ai seguenti principi, in maniera sistematica e nell’ambito di un quadro organico:

1) Le elezioni primarie devono favorire il più ampio coinvolgimento di tutta la base del Partito—iscritti ed elettori—;

2) Il confronto tra i candidati deve essere il più sobrio possibile e fondato su un dibattito positivo sulla proposta programmatica del Partito, piuttosto che su una sterile e vuota serie di polemiche, anche personali;

3) Le elezioni primarie devono condurre alla composizione di liste circoscrizionali altamente competitive, formate da persone di riconosciute capacità e in grado di costruire un diffuso consenso;

4) È necessario garantire un’adeguata rappresentanza a tutti i territori in tutte le circoscrizioni, sia nelle liste circoscrizionali, sia tra gli eletti;

5) È necessario garantire l’equilibrio tra donne e uomini, sia nelle liste circoscrizionali, sia tra gli eletti, per mezzo di garanzie flessibili che non distorcano la volontà degli elettori;

6) È necessario predisporre gli strumenti adeguati per sostenere un normale rinnovamento. A tal fine le primarie devono essere realmente competitive in ogni circoscrizione, ed è in particolare necessario favorire le candidature da parte di giovani;

7) È necessario garantire un’adeguata rappresentanza a tutte le diverse correnti del Partito, sia nelle liste circoscrizionali, sia tra gli eletti.

1. Più ampio coinvolgimento della base
Le elezioni primarie sono tanto più in grado di coinvolgere il maggior numero d’iscritti, simpatizzanti ed elettori del Partito quanto più sono elezioni vere, estremamente competitive e quanto meno il loro risultato dà l’impressione di essere predeterminato o inevitabile.

Il Regolamento soddisfa questa esigenza favorendo la più ampia partecipazione di candidati. Il numero di firme richieste per presentare una candidatura varia in ogni collegio in base al numero di elettori del Partito alle ultime elezioni politiche, ed è sempre ragionevolmente ridotto, di modo da non prevenire la competizione sul nascere.

Il meccanismo per determinare l’attribuzione dei posti ai collegi nella lista circoscrizionale—fondato sul metodo Sainte-Laguë—stimola i vari territori a sostenere la presentazione del più ampio numero di candidati, dal momento che l’esito delle elezioni primarie dipende anche dal numero di elettori in ogni collegio. Per questa ragione, gli stessi candidati sono ulteriormente incentivati a raccogliere il maggior numero di voti e hanno interesse a che pure i loro concorrenti ne raccolgano molti.

Agli elettori, grazie al sistema del voto singolo trasferibile, è data la possibilità di esprimere un voto ponderato per un gran numero di candidati (tre). In questo modo, l’elettore ha un’ampia libertà di voto: può dare un giudizio, graduare in ordine di preferenza diversi candidati, anziché uno solo. Inoltre, sebbene si sia limitato il numero massimo di preferenze a tre, il sistema del voto singolo trasferibile previene molto il fenomeno dei voti dispersi o inutili: un elettore che votasse un candidato con poco consenso sarebbe comunque sicuro di non sprecare il suo voto, comunque trasferito agli altri suoi candidati preferiti.

Ancora, è espressamente previsto l’obbligo per i candidati di partecipare a dei dibattiti organizzati dal Partito nei singoli collegi. Per aiutare l’elettore anche in sede di sezione elettorale, si prevede che nella stessa siano affissi un manifesto che illustri la proposta politica del Partito, nonché uno con foto e brevi biografie di tutti i candidati e uno che spieghi le modalità di voto. Le stesse schede recano i cognomi e nomi di tutti i candidati, con luoghi e date di nascita.

Il voto di Sabato in un ampio arco temporale (dalle sette alle ventidue) è apposta pensato per facilitare anche sotto questo aspetto la più ampia partecipazione.

Il sistema di voto, infine, è piuttosto semplice. Agli elettori italiani non è sconosciuta la pratica di esprimere tre preferenze su una sola scheda. Inoltre, l’idea d’indicare i voti per i candidati in ordine di gradimento (prima preferenza per il più gradito, seconda per il secondo, terza per il terzo) è particolarmente intuitiva. La scheda è chiara, con tanto d’istruzioni ed elenco dei candidati e larghi spazi per scrivere il voto.

Il diritto di voto è riconosciuto a tutti coloro che siano iscritti nell’Albo, o vi si iscrivano al momento delle primarie. Per offrire una garanzia di serietà è prescritto che gli elettori non iscritti nell’Albo debbano esibire la tessera elettorale, mentre gli elettori fuori sede devono iscriversi precedentemente.

L’età minima è stabilita a quindici anni, per favorire il più ampio coinvolgimento dei giovani. Questo non pone alcun problema pratico, poiché i quindicenni sono regolarmente muniti di carta d’identità.

2. Confronto positivo
Il sistema del voto singolo trasferibile fa sì che un candidato, per vincere, debba raccogliere non solo prime preferenze, ma anche seconde e terze. In questo modo, ogni candidato alle elezioni primarie deve impostare una campagna elettorale non conflittuale, incentrata sui suoi propri meriti personali e politici e sulla proposta politica del Partito, evitando accuratamente attacchi personali o critiche e polemiche strumentali e sterili.

Inoltre, il fatto stesso che l’elezione del singolo dipende anche dal risultato complessivo dell’affluenza nel suo collegio, spinge i candidati a portare avanti campagne misurate e positive, volte ad aumentare la partecipazione e a non violare l’immagine pubblica del Partito.

La disciplina delle campagne elettorali dei candidati alle primarie, che limita in modo ragionevole i fondi disponibili e proibisce le pubblicità a pagamento sui mezzi di comunicazione di massa, è ispirata al desiderio di porre tutti i candidati nelle stesse condizioni di partenza, evitando che sproporzioni nelle disponibilità economiche si trasformino in un ingiusto esito del voto.

3. Qualità delle liste
Lo strumento del voto singolo trasferibile conduce, generalmente, all’elezione dei candidati più graditi al più ampio numero di elettori. Questo è già, di per sé, la garanzia che le elezioni primarie si risolveranno nella selezione di candidature di alta qualità capaci di raccogliere un ampio consenso. È difficile, poi, che una persona sia gradita a un vasto numero di elettori—tanto più elettori politicamente attivi, come quelli tipici delle primarie—, se priva di riconosciute e riconoscibili capacità personali e politiche.

La necessità, poi, di presentare una documentazione piuttosto articolata a sostegno della candidature è un filtro ulteriore. Ogni candidato deve presentare delle firme d’iscritti, tra le altre, per confermare un suo legame con il Partito, e deve dichiarare di riconoscersi e attenersi a tutto il complesso sistema di principi e valori cui il PD s’ispira.

La campagna elettorale imposta dal meccanismo del voto singolo trasferibile, che deve essere declinata in positivo sulle qualità e le idee dei singoli, e i limiti allo svolgimento della stessa, che sono limiti economici e di mezzi, danno a tutti i candidati la possibilità di provarsi davvero in una competizione onesta e ad armi pari.

Le regole proposte permettono anche la candidatura in lista di candidati indipendenti, non iscritti al Partito, che abbiano un largo consenso nella società, ma che mantengano pure un legame col Partito.

4. Rappresentanza dei territori
Il sistema proposto, sia per la Camera, sia per il Senato, garantisce un’adeguata rappresentanza ai territori, senza vincolare in maniera intollerabile l’espressione del voto e senza distorcerne in modo insopportabile gli esiti, e tenuto conto che—data l’attuale legge elettorale—un certo territorio non è tanto tutelato dal numero di posti in lista, quanto, piuttosto dall’ordine di precedenza degli stessi.

Il meccanismo di creazione della lista, che determina i posti spettanti ai singoli collegi, è fondato sul metodo Sainte-Laguë. Questo metodo attribuisce ai vari collegi tanti posti in lista in proporzione ai votanti alle primarie, e dà la garanzia anche ai collegi più piccoli di poter competere (con un discreto risultato in termini d’affluenza) per dei posti apicali nella lista circoscrizionale.

Lo strumento proposto è uno strumento di garanzia flessibile, che in base agli esiti delle primarie compone una lista ampiamente rappresentativa, senza sacrificare né i territori grandi né quelli più piccoli. È apprezzabile, a differenza di uno strumento rigido, perché non distorce gli esiti del voto, anzi modula la garanzia in funzione degli stessi. Un territorio piccolo dove l’affluenza fosse molto bassa perderebbe l’occasione di sfruttare la garanzia a sua disposizione, ma anche uno grande dove votassero poche persone non potrebbe giovarsi del meccanismo.

5. Equilibrio di genere
La garanzia dell’equilibrio di genere pone gli stessi problemi della garanzia dei territori. È necessario garantire un’adeguata presenza di donne e uomini nelle liste circoscrizionali, comprese le posizioni apicali delle stesse, senza vincolare in maniera intollerabile l’espressione del voto e senza distorcerne in modo insopportabile gli esiti.

Il Regolamento proposto risponde con una garanzia flessibile anche a questo problema. L’obbligo che la seconda preferenza sia indicata per una persona di sesso diverso di quella indicata come prima preferenza—pena la nullità della scheda—non assicura che le liste (e i relativi posti apicali) siano composte esattamente per metà di donne e per metà di uomini, ma fornisce a uomini e donne candidati ed elettori lo strumento perché esista un giusto equilibrio tra i sessi. Combatte, insomma, le abnormi sproporzioni di rappresentanza tuttora esistenti e intollerabili. Questo però, non mediante quote fisse che potrebbero contraddire in maniera eccessiva gli esiti del voto, ma per mezzo di una piccola limitazione alla libertà di voto dell’elettore.

6. Rinnovamento
Il Regolamento predispone una serie di strumenti per sostenere un naturale e non traumatico rinnovamento della classe politica del PD in Parlamento.

Il Regolamento, in particolare—come già detto—, prevede primarie competitive in ogni territorio. La mancanza di cosiddetti “collegi sicuri” è di per sé la più grande garanzia di rinnovamento possibile. Inoltre, la formula elettorale scelta, il voto singolo trasferibile, favorisce pure un certo grado di rinnovamento, in quanto è molto probabile che un elettore possa esprimere una prima preferenza per un candidato molto conosciuto e una seconda o terza per un candidato che per la prima volta competa per il Parlamento; in questo modo, un candidato simile che riuscisse a raccogliere anche un sufficiente numero di prime preferenze, avrebbe buone possibilità di vincere una buona collocazione nella lista circoscrizionale del PD.

Il rinnovamento è anche rinnovamento generazionale. Il Regolamento favorisce la partecipazione di giovani candidati (tra i venticinque e i trenta anni di età) alle elezioni primarie per la Camera.

Questi strumenti sono dispiegati sia al momento della presentazione delle candidature, sia in fase di campagna elettorale, sia al momento del voto. Un giovane candidato deve presentare solo la metà delle firme degli altri candidati. Una persona può sottoscrivere due candidature, se almeno una di queste è di un giovane candidato.

Il sistema del voto singolo trasferibile aiuta pure i giovani candidati. Infatti, può essere difficile per un ragazzo o una ragazza imporsi come prima preferenza, tuttavia per un giovane può non essere troppo complicato—per mezzo di una bella campagna elettorale e facendo valere delle capacità personali e politiche—riuscire a farsi indicare come seconda o terza preferenza.

La disciplina della campagna elettorale, sopratutto sotto il profilo dei fondi disponibili, agevola evidentemente i candidati alla prima corsa per il Parlamento e i ragazzi, che molto probabilmente non possono permettersi campagne elettorali dispendiose.

7. Rappresentanza delle diverse correnti
La natura tendenzialmente proporzionale del sistema del voto singolo trasferibile dà la garanzia di un’adeguata rappresentanza di tutte le correnti che compongono il Partito. Al contempo, non crea meccanismi che predetermino o falsino i risultati.

La possibilità, inoltre, di esprimere tre preferenze in ordine di gradimento dà anche la possibilità che si abbiano voti per così dire trasversali.

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