mercoledì 11 maggio 2011

Spesi 8 milioni per schedare gli italiani tramite l'INVALSI

I test dovrebbero valutare la qualità dell'insegnamentoe dell'apprendimento medio dell'Istituto Scuola, ma vediamo che all'atto pratico valutano tutt'altro: i codici identificativi fanno risalire allo studente ed alla famiglia.
"Raccontano Flavio, Sofia e Silvia: “Non capisco perché il ministero vuole sapere se ho una stanza tutta mia, se ho il computer in camera e che professione fanno mio padre e mia madre”. “Che le frega alla Gelmini di sapere se ho una libreria e in casa e quanti libri ci sono sugli scaffali?” - sbotta Francesca. Mentre Silvia del tecnico industriale dell'Anagnina – quartiere a sud di Roma – contesta le prove uguali per tutti, dal classico all'istituto d'arte."
«Il test in sé era anche troppo banale », spiega la studentessa del Virgilio, che chiameremo «Ti con Zero», in omaggio a Calvino e al sistema di codici adottato dall’Invalsi che permette di fatto di associare ogni test al singolo studente e alla scuola che frequenta.
«Ci siamo sentiti presi in giro: non possono dirci che il test è anonimo e poi assegnarci un codice che ci rende identificabili” e un questionario per sapere “che lavoro fanno i tuoi genitori, com’è la tua casa, se sei nato in Italia, se i tuoi sono immigrati »
Una vera e propria schedatura discriminatoria che nulla a che vedere, a quanto pare, con la valutazione di apprendimento nei vari indirizzi scolastici! Senza contare lo spreco della carta al macero: in molti istituti è stato fatto un doppio invio del materiale (dopo gli annunci dell'informatizzazione della scuola, eccone una prova pratica: vergogna!).

Studenti e docenti boicottano le prove Invalsi della Gelmini. "Sono un imbroglio"

Gli alunni lasciano in bianco i test, i prof si rifiutano di correggerli. pLo spreco spesi 8 milioni e in alcune scuole plichi spediti due volte. FLC-CGIL scuola ---Z>

L'Unità ---Z>

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