giovedì 5 maggio 2011

Il Manifesto del Partito dei Giovani

Di Pippo (Giuseppe) Civati.

E' il momento di una rivoluzione. Nulla di meno occorre di fronte al crollo di questo paese. La casa, i precari, la scuola e la ricerca, il fisco, l'informazione. L'Italia senza diritti per chi è "diverso", magari perché omosessuale, donna o troppo giovane. L'innovazione tecnologica e l'ambiente ridotti a tema da convegno o poco più. La banda larga che rimane maledettamente stretta. L'Italia della rete libera, vissuta con sospetto dal circuito politico-mediatico. E l'abisso scavato tra le generazioni, nella patria dell'erede (per chi ha una eredità di cui godere) e del figliol precario (che non ha futuro e ancora non si è ribellato). // Manifesto offre un affresco potente e preoccupato del presente e disegna soluzioni per il futuro, lanciando l'idea di una rivoluzione leggera. E il Manifesto degli italiani che verranno, degli italiani "prossimi": prossimi anche perché solidali, vicini, alla pari. Rinnovati. E il Manifesto dell'era post berlusconiana, del ricambio della classe dirigente, della necessità di portare avanti le lancette dell'orologio e di interrogarsi radicalmente sull'età del paese e del mondo. Perché chi ha meno di quarantanni spesso non si sente rappresentato da nessuno, e cresce il bisogno di qualcuno che lo voglia e lo sappia fare. Anche a costo di dare vita a un nuovo partito, il Partito dei giovani: non dei giovani dirigenti, ma dei giovani elettori. Uno scenario tra la rivolta e il sogno che può diventare realtà.

edito da Melampo, 2011

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